Dai dilettanti alla quarta serie: due promozioni in tre anni

Nel 1976, sulle ali dell’entusiasmo per il campionato vinto con il record dell’imbattibilità, si ultimò la costruzione del nuovo stadio Santamaria, dedicato alla vicina frazione e al famoso calciatore spagnolo della nazionale. Il nuovo campo sportivo si rese necessario perchè il vecchio Druda non ce la faceva più ad ospitare i quasi duemila tifosi ritrovati. L’Ente locale si riscattò dal precedente disinteresse degli anni ‘50 e del 63 (quando i giovani costruirono da soil il campo) e realizzò un impianto adeguato; Sindaco era l’ingegnere Giovanni Sacchini., Lo stadio costò ottanta milioni ma, anche in quella occasione, i privati dettero il loro contributo. Infatti le ditte Brocco-Di Febo e Sacchini-Coletti realizzarono a loro spese i locali spogliatoi (la prima) e i locali palestra e infermeria (la seconda).
La prima partita vi fu disputata nel campionato di promozione 75-76 (Pineto-Penne 0-0) con Di Marco che fallì un calcio di rigore per il Pineto e con i vestini che avevano in formazione l’ex Carlo Ranieri.

Fu un campionato di transizione ed anche strano in quanto a sorpresa non si potè riconfermare Ghinazzi, il protagonista dell’imbattibilità dell’anno prima, per sua rinuncia. Al suo posto arrivò Abramo Pagani (consigliato dallo stesso Ghinazzi), un ascolano con un buon passato da calciatore (Pescara, Brindisi, Ascoli, Sambenedettese) formatosi, come allenatore, alla scuola di Carletto Mazzone. Guidò la squadra al terzo posto, giocando anche nel ruolo di libero, ma il suo carattere forte ed a volte anche difficile (un suo famoso gesto osceno verso il pubblico di casa non gil fu mai perdonato) ne pregiudicò la riconferma.

L’anno dopo (76-77) tornò Ghinazzi, sempre molto stimato nell’ambiente calcistico pinetese, soprattuto da Capelletto ma anche da altri dirigenti. Questa volta, però, il vecchio mister non ce la fece a ripetere i brillanti risultati ottenuti anni prima e, dopo solo nove partite, fu esonerato e la squadra venne affidata al rosetano Gigino Brandimarte. Ma il suo debutto fu nero con secca sconfitta a Raiano per 3-0. Dopo, però, infilò una serie incredibile di venti partite utili con dieci vittorie consecutive, portando ii Pineto per la prima volta nel settore dei semipro dell’allora serie D. Nel breve arco di tre anni il Pineto passò così dalla prima categoria alla quarta serie, diventando la squadra abruzzese del momento. Veniva elogiata da tutti perchè una piccola società era riuscita ad organizzarsi in modo efficiente ed esemplare. La formazione tipo fu la seguente: Cesarini, Balducci, Marcheggiani, Criscuolo, Della Poeta, Tancredi, Di Marco, Santarelli, Ammazzalorso, Pavone, Feliziani. Inoltre furono utilizzati: Gualandris, Vagnoni, Levarato, Flacco, Pavone Alfonso, De Petris, Grossi, Montani, Ciriolo. Uno dei giocatori protagonisti fu Pasquale Tancredi che da calciatore professionista (Giulianova, Inter, Pescara, Vasto, Lecce, Acireale) accettò, a 26 anni, di militare in Promozione col Pineto, facendo una scelta di vita per essere vicino alla famiglia ed organizzarsi nel mondo del lavoro.

Egli racconta: “Ricordo molto volentieri quel campionato vinto, in quanto diventammo un gruppo affiatato dopo la pesante sconfitta di Raiano. Da quella volta, con la guida del caro amico Gigino Brandimarte, riuscimmo a non perdere più. Potrei raccontare diversi episodi, ma uno dei più significativi è legato al portiere Vincenzo Cesarini, sempre sotto il tiro dei compagni per la sua emotività prima delle gare. Giocavamo in casa con il Montorio e nello spogliatoio mi confessò la sua preoccupazione per la sua bestia nera, un certo Pigliacelli (non ricordo ii nome) che gli aveva sempre segnato. Riuscii a sbloccarlo con una battuta: “Vincè, ma questo fenomeno non sta nemmeno sulle figurine Panini!”. Vincemmo per 2-1 ma lo spauracchio non segnò. In quell’anno fu determinante l’armonia che regnava nello spogliatoio perchè tutti eravamo dei veri amici”.
Furono segnati 45 gol così suddivisi: Feliziani 15, Ammazzalorso 10, Vagnoni 6, Di Marco 4, Santarelli 2 Flacco 2, Levarato 2, Criscuolo, Balducci, Tancredi e Pavone Sabatino uno a testa. La difesa incassò 18 reti.
Nell’ultima di campionato a Notaresco (fu pareggio 1-1 con gol di Tino Pavone) oltre mille tifosi pinetesi accompagnarono la squadra ma non entrarono allo stadio per l’alto costo del biglietto che fu portato dalle abituali 1.500 lire di quel tempo a 3.000 lire. Ma i tifosi organizzarono, con i soldi non spesi, una pubblica festa che si tenne a Pineto una settimana dopo a base di musica, panini con porchetta e abbondanti bevute. Lo staff dirigenziale era lo stesso che orbitava intorno al presidente Timperi e a Capelletto e che aveva vinto ii famoso campionato di prima categoria appena due anni prima.

 

(testo amichevolmente concesso da Enrico Romanelli)